La New York Fashion Week è appena terminata e, trattandosi della prima delle quattro settimane dedicate alle collezioni donna, le sfilate sono uno degli argomenti caldi di questi giorni nel mondo della moda. Grazie alla forza dei social media, quelli che prima erano appuntamenti esclusivi, dedicati agli addetti ai lavori, sono diventati un momento culturale di portata mondiale che attrae non solo i professionisti del settore ma anche i consumatori finali.
Per attirare l'attenzione, sia del pubblico che dei media, i concept delle sfilate si sono ampliati e ora l'esperienza legata a questi appuntamenti va oltre la classica passerella con l'obiettivo di trasmettere la filosofia del brand mentre si dà vita ad un'esperienza coinvolgente che si traduce in vendite. Questo cambiamento in atto ha reso le Fashion Week più democratiche e orientate al consumatore ma, con un mercato sempre più saturo, per i brand è diventato più difficile ottenere risonanza ed emergere dal mucchio.
Il report "Dalle Passerelle al Consumatore Finale, Le Voci Che Influenzano Le Fashion Week Nell'Era Digitale", realizzato da Launchmetrics con il Council of Fashion Designers of America (CFDA), mette in evidenza otto brand che hanno avuto particolare successo nell'ottenere impatto mediatico grazie all'attivazione di diverse voci e nello sperimentare nuovi format di sfilate e di attività extra-passerelle.
Uno di questi, Tom Ford, ha generato un totale di $17.2 milioni di Media Impact Value (MIV), l'algoritmo di proprietà di Launchmetrics, focalizzato sull'audience, che misura l'impatto dei placement rilevanti sui media monitorando tutti i canali print, online e social. Pur avendo già ottenuto molto successo nel generare MIV con la sua sfilata a 5 stelle, il brand ha organizzato anche un esclusivo after-party e subito dopo ha lanciato la campagna per la sua nuova fragranza "FUCKING FABULOUS", facendo crescere il buzz e portando l'esperienza oltre i confini della passerella con un incremento ulteriore delle citazioni nei media, posizionandosi in cima alle più importanti news del settore.
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Nonostante i social media rappresentino una larga fetta dell'impatto media registrato durante le fashion week, i media tradizionali sono ancora importanti in termini di valore e hanno contribuito approssimativamente tra il 23% e il 32% al Media Impact Value globale durante l'ultima stagione delle quattro principali Fashion Week internazionali. Con l'aiuto della tecnologia e dei social, oggi gli editor hanno la possibilità di connettersi con i loro lettori grazie ai nuovi media. Insieme ai blogger e agli Youtuber, questa nuova generazione di influencer offre ai propri follower un'esperienza diretta della passerella dando loro una sensazione di partecipazione reale a questi eventi un tempo esclusivi.
Un altro esempio rilevante di azienda che sta spingendo l'esperienza oltre la classica passerella, sperimentando nuovi concept di sfilata, è Tommy Hilfiger. Da tre stagioni il brand continua a creare un contesto Instagram-friendly sia per gli addetti ai lavori che per i suoi appassionati, stimolandoli e coinvolgendoli con elementi esperienziali come pop-up di merchandising, performance live, svaghi e stand dedicati al food. Con queste forme di intrattenimento il brand si è garantito un posto nelle principali testate media, rendendo la moda più democratica e più accessibile ai consumatori. Il successo della sua formula "see now, buy now" è stato evidente subito dopo la sfilata #TOMMYNOW al Pier 16. Il brand ha registrato un incremento del sell-through del 60%, un aumento del 900% del traffico sul sito internet con un 70% di questo derivante da utenti che non avevano mai visitato il sito prima di allora.
Anche se il "see now, buy now" non funziona per tutti e i party post sfilate possono non essere nello stile di tutti, è chiaro che c'è stato un grande cambiamento nell'utilizzo dei media nel settore e i brand, adattandosi alla globalizzazione e alla tecnologia, stanno ora affrontando nuove sfide per ripensare il modo in cui confezionano l'esperienza della Fashion Week e in cui affrontano le sfilate perché funzionino meglio in quest'era digitale.
Per saperne di più sulle voci che influenzano le Fashion Week internazionali e su come i brand si stiano confrontando con questi cambiamenti del settore, scarica il report di Launchmetrics con il CFDA "Dalle Passerelle al Consumatore Finale, Le Voci Che Influenzano Le Fashion Week Nell'Era Digitale".