"Toscanissima ma milanese da dieci anni", come recita la sua biografia online, Francesca Zaccagnini inizia la sua carriera come giornalista sul web a Marieclaire.it per poi unirsi a Chiara Ferragni e Riccardo Pozzoli in qualità di Editorial Manager di The Blonde Salad. Dallo scorso Marzo lavora come coordinatore editoriale di LISA, il Premium Social Media lanciato da Condé Nast Italia.
"Sono un po’ burbera, almeno all’apparenza. La verità è che in fondo sono una buona: mi commuovo perfino al cinema e una volta ho pianto guardando Futurama. Amo leggere fino a notte fonda, cantare a squarciagola e navigare su internet. Scoppio a ridere spesso, mangio sempre troppo e non ho mezze misure", ecco cosa dice di sé Francesca Zaccagnini che abbiamo intervistato per la nostra rubrica #IndustryInsiders dedicata ai professionisti di moda, lusso e cosmetica.
Diamo un'occhiata insieme a cosa ci ha raccontato Francesca Zaccagnini, coordinatore editoriale di LISA, nuovo progetto digital di Condé Nast Italia.
Nascendo come giornalista hai avuto modo di vivere in prima persona l’impatto del digitale sui media tradizionali. Come sono cambiati?
Io nasco come giornalista digitale in realtà, nel senso che ho iniziato a lavorare su Marie Claire quattro mesi dopo che era nato il sito. Da allora le logiche con cui si costruiscono i contenuti sono cambiate tantissimo: allora si prendeva il web come una sorta di cestino per quello che il magazine cartaceo non voleva pubblicare e non c’era un approccio diverso a seconda dello strumento, si faceva tutto allo stesso modo. Adesso, con il fatto che ci sono anche i social media, è cambiato tutto. Secondo me, però, ci sono ancora aziende che non se ne rendono conto e non sfruttano le potenzialità dei singoli mezzi.
Quale sarà il loro futuro?
Il futuro è chiaramente nei social media, e lo dimostrano progetti come Lisa. I magazine tradizionali non scompariranno, ma dovranno evolvere: ce ne sono alcuni che hanno la stessa linea editoriale da 15 anni. Se vogliono parlare alle nuove generazioni è il caso che si aggiornino.
Il digitale e i social hanno avuto effetto anche sulle manifestazioni ufficiali legate alla moda, le Fashion Week. Alcuni sostengono non abbiano più senso. Secondo te?
Secondo me le manifestazioni di questo genere non hanno più senso indipendentemente dal digitale. Una volta la moda era elitaria, le fashion week erano appuntamenti guardati con grande attesa e un privilegio riservato agli addetti ai lavori, che poi avrebbero distillato le loro perle di saggezza al pubblico. Adesso le persone non hanno bisogno che qualcuno faccia delle scelte per loro, sono più consapevoli e comprano anche pezzi di lusso pur non facendo parte della classe ricca della popolazione. I consumatori seguono direttamente i brand sui canali social perché i contenuti sono più esclusivi, fatti meglio, perché preparati con grande anticipo. Solo pochi magazine riescono a eccellere sui social durante le fashion week e in Italia onestamente c’è ancora tanto da fare.
Oltre all’avvento del digitale, il fenomeno più rivoluzionario degli ultimi anni nella moda, e non solo, è stato sicuramente la comparsa degli influencer. Cosa ne pensi? Come credi si evolverà?
Penso che, andando avanti, gli influencer saranno sempre più quelli che hanno altri talenti oltre a quello di saper abbinare bene i vestiti, perché altrimenti il feed diventa estremamente noioso. In effetti è già così: pensa al caso di Chiara Ferragni che ci tiene, giustamente, a definirsi imprenditrice digitale. O agli youtuber che fanno intrattenimento e hanno milioni di seguaci perché dicono cose buffe sul web. Questo non è un talento, qualcuno potrebbe obiettare. Io rispondo: perché, tu lo sai fare?
Quale ritieni sia il modo corretto per un’azienda di trarre vantaggio dalla loro influenza sul consumatore finale?
L’azienda non può pensare di fare solo product placement, bisogna costruire delle storie, altrimenti è uguale alla pubblicità passiva che vedi in tv mentre segui un programma che ti piace. Mica la guardi, no?
Content marketing. Se ne fa un gran parlare ma molte aziende non sanno ancora come approcciarlo. Quali sono le regole fondamentali secondo Francesca Zaccagnini?
Non lo so, io faccio editorial contents. 🙂
Ci puoi fare qualche esempio di progetto sviluppato sul digital che ti ha particolarmente colpito negli ultimi anni e spiegarci il perché?
Posso farti un esempio di savoir faire che dovrebbe essere d’esempio per molti: l’azienda di pompe funebri Taffo diventata un caso sul web perché ha tantissimi follower e una strategia digital davvero vincente. Anche se si occupa di un argomento tutt’altro che allettante!
Infine, mi piacerebbe parlare della tua ultima esperienza professionale, LISA, che è stato definito come “il primo Premium Social Media dedicato alle smart millennial”. Puoi raccontarci di più?
Non posso svelarti molto perché sono arrivata da poco e stiamo ancora costruendo le fondamenta mattoncino dopo mattoncino, ma posso assicurarti che LISA è veramente innovativo nei termini dell’approccio. Sicuramente non è una novità quella di sviluppare contenuti solo per i social - in The Blonde Salad lo facevo già 3 anni fa - ma lo è il modo in cui lo facciamo noi, creando un universo che ruota tutto attorno al linguaggio della Generazione Z. Di fatto, i risultati parlano chiaro: abbiamo un engagement eccezionale con commenti, like e salvataggi che dimostrano che stiamo andando nella direzione giusta. Ne riparliamo a settembre? 😉
Francesca Zaccagnini si unisce alla serie di professionisti della moda, del lusso e della cosmetica che abbiamo avuto modo di intervistare per la nostra serie #IndustryInsiders con l'intento di offrirvi il parere di alcuni esperti del settore sui principali temi all'ordine del giorno in ambito marketing, comunicazione e innovazione tecnologica. Cosa ne pensi di quello che ci ha raccontato? Condividi le sue opinioni? Puoi farci avere il tuo parere o dirci tutto quello che pensi nei commenti in basso. Cosa aspetti?
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